“Uscendo di chiesa”
Nel 1999, allora prevosto e decano a Tradate, don Luigi Stucchi iniziò una proficua collaborazione con il quotidiano “La Prealpina” di Varese. Nacque così una rubrica settimanale che si protrasse fino al 2003, anno in cui don Luigi ricevette l’incarico di Vicario Episcopale per la zona di Varese.
Leggiamo insieme lo scritto introduttivo di questa rubrica, pubblicato il 3 gennaio 1999:
Iniziando questa nuova rubrica, gentilmente propostami dalla “Prealpina”, pensavo di suggerire come titolo “Uscendo di chiesa”, ma mi sto accorgendo che devo iniziare stando in chiesa perché nei giorni di fine e inizio anno vedo che la parrocchia è diventata come un vasto mondo, e non solo la mia, ma ben 460 parrocchie della nostra diocesi. In particolare mi riferisco all’ultima ora dell’anno: vedevo la chiesa parrocchiale piena di giovani provenienti da diversi paesi europei, ascoltavo la preghiera e prima ancora la parola di Dio risuonare in lingue diverse perché ognuno potesse capire e accogliere e mi dicevo: il mondo è qui, la storia di tutti qui si concentra, c’è come in un germe profetico il futuro del Vecchio continente. Ho sentito molto vere le parole – titolo di un vecchio libro scritto nella promettente stagione del Concilio: “La mia parrocchia, vasto mondo!”.
Qui in chiesa, grazie all’esperienza portata dal pellegrinaggio di fiducia sulla terra proposto dalla comunità di Taizé, si può comprendere quello che dovrebbe avvenire sulle nostre strade che diventeranno strade multirazziali e multireligiose, quello che dovrebbe accadere nelle nostre case rese più aperte dall’amore del Signore che si fa amore del prossimo. Uscire di chiesa altro non sarà quindi che mettere in pratica nei luoghi comuni della vita quotidiana quello che in Chiesa abbiamo visto e celebrato, creduto e contemplato, anticipato come in un segno profetico.
Quando ciò che accade fuori non corrisponde a quanto i cristiani hanno fatto in chiesa, questi, i cristiani, diventano invece che testimoni ostacolo, invece che profezia chiusura, invece che segno contraddizione; allora gli altri, tutti coloro che sono in ricerca, hanno purtroppo qualche buona ragione per non venirci, nelle nostre chiese, per cercare altrove, per fermarsi sul piano della giustizia e della pace, senza un respiro spirituale e soprannaturale.
Ora i giovani di Taizé sono già tornati nelle loro case, hanno ripreso le loro strade ed anche noi: ecco la nostra normalità oltre questo evento profetico, significativo del futuro. Sentiamo di non poter tollerare una normalità tale da soffocare l’evento, da dimenticarlo, da spegnerlo, piuttosto dovrebbe farlo divampare oltre ogni previsione e renderlo uno stile normale, nuovo: la fiducia reciproca, l’accoglienza gioiosa, il cammino condiviso, il dialogo sincero, la comunicazione delle esperienze culturali e religiose, il capirsi con lingue diverse, il cuore che si apre all’altro che è sempre un dono.
Così l’anno sarà nuovo, anzi lo è già, per loro, per te e per tutti, in chiesa e uscendo di chiesa, sulle strade del vecchio continente che di unico non può avere solo la moneta.
Fu l’inizio di una serie di 204 riflessioni che riproponiamo qui suddivise per annata, estraendone ogni volta una piccola, significativa pillola:
Uscendo di chiesa – articoli pubblicati nel 1999
“… Se percorri le strade di tutti, le strade della normale quotidianità che è il vero spessore della vita, il solo luogo dove può germogliare il futuro, scopri che ci sono ancora tante domande del cuore senza risposta, senza ascolto, senza espressione, sono dentro, come un macigno: spengono anche i riti più belli, eppure di questi riti, se celebrati e vissuti, hanno struggente il bisogno, perché lì, se contemplati, sono scritte insieme domande e risposte.”
Uscendo di chiesa – articoli pubblicati nel 2000
“… Con questi e simili pensieri ti chiedi se riuscirai a dormire, il tempo minimo indispensabile per riprendere poi la fatica quotidiana; ti sembra impossibile riuscirci; sai che non puoi dormirci sopra per indifferenza o per dimenticanza, anche perché l’elenco delle domande si allunga e si allarga. E’ possibile solo disporre il cuore nello sforzo sincero del compimento del proprio dovere quotidiano, non girandosi dall’altra parte ma ordinando con prudenza e parsimonia le risorse disponibili e reperibili, perché anche prudenza e parsimonia contribuiscano alla generosità.”
Uscendo di chiesa – articoli pubblicati nel 2001
Il messaggio della festa della famiglia in questo primo anno del nuovo millennio è per dare speranza alle famiglie, mentre la crisi della famiglia come istituzione fondamentale per la chiesa e per la società è sempre più messa a dura prova. Riuscissimo a scoprire quanto contiene di bene dentro di sè ogni famiglia e quindi quanto può, avremmo una speranza incrollabile sulle immense possibilitàdi questa istituzione antichissima e sempre attuale.
Uscendo di chiesa – articoli pubblicati nel 2002 – 2003
Il valore e la dignità di ogni persona stanno talmente al di sopra di ogni altro tipo di considerazione che tutto ciò che colpisce o può colpire persone inermi deve trovare assolutamente tutti compatti contro, e per questo occorre un’opera educativa e culturale capaci di educare a questa chiarezza: la persona umana non la si tocca, ma la si incontra; e insieme si fanno pezzi di strada cercando le soluzioni più convincenti ai vari problemi.