A SEREGNO CENTO ANNI DI ADORAZIONE

17 settembre 2020

CENTO ANNI DI ADORAZIONE ! Indescrivibili, si tratta di una irradiazione silenziosa ed efficacissima dello stesso amore infinito di Dio, rivelato e conosciuto grazie alla Pasqua di Gesù e che arriva fino a noi grazie alla celebrazione eucaristica la cui efficacia non viene mai meno, ma continuamente e silenziosamente, di giorno e di notte, vuole toccare il nostro cuore per far ardere anche in ciascuno la stessa fiamma di amore.

Non tutti la riconoscono, non tutti si fermano, non tutti adorano: la complessità delle presenze che si incrociano e costituiscono il tessuto di una città è mossa dalla fretta, dalla emozione, dalle preoccupazioni, a volte anche dalle distrazioni e dagli imprevisti e così la presenza eucaristica rimane, ma la sua centralità rischia di essere e risultare distanziata.

Il pane della vita, disceso dal cielo, che è l’eucaristia per farci tutti lievitare come un fermento nuovo di umanità in comunione fraterna perché toccata sul vivo dal mistero dell’amore di Dio, quindi messa in comunione, rischia addirittura di risultare di fatto estraneo al vissuto di una città.

Ma il Signore che si fa presente sull’altare del sacrificio e nel tabernacolo rimane in attesa di ciascuno di noi, si è circondato in tutto questo primo secolo di persone che lo amano con tutto il cuore e con tutta la vita consacrate a Lui proprio per rispondere alla sua presenza e al suo amore ADORANDOLO SEMPRE NOTTE E GIORNO come interpreti del destino di tutti, del travaglio e delle prove di tutti, raggiungendo così nel silenzio adorante ogni persona, lo sappia o non lo sappia, si fermi o non si fermi, trovi o non trovi il tempo di fermarsi al n. 52 di via Stefano da Seregno.

Una città che ha nel suo cuore non solo tutte le celebrazioni necessarie per servire il popolo di Dio domenica per domenica, giorno dopo giorno, all’appuntamento con la Pasqua di Gesù, ma anche la densità viva dell’incontro di adorazione in continuità col tempo della vita, giorno e notte, è certamente una città chiamata a testimoniare di fatto nelle proprie quotidianità la meraviglia dell’amore di Dio nella stessa concretezza dell’amore del prossimo.

Apriamo un secondo centenario e il Signore farà meraviglie ancora più grandi, ringraziando tutte coloro che con la vita hanno riempito il primo secolo di adorazione.

† Luigi Stucchi

 

 

 


11 aprile 2021, Due giovani alla loro

prima Professione Religiosa

Lo scorso 11 aprile 2021 si è svolta la cerimonia della prima professione religiosa delle novizie Rusiya Musabyimana e Noelie Nyirabirori. Riprendiamo la notizia dall’articolo di Paolo Volonterio (autore anche della fotografia con le due novizie) per la testata “Il Cittadino”di Monza:

Nella seconda domenica di Pasqua o della Divina Misericordia (11 aprile), nella cappella del monastero del Corpus Domini delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento di Seregno, all’interno dell’eucaristia delle 17, presieduta dal vescovo emerito monsignor Luigi Stucchi e concelebrata dal prevosto monsignor Bruno Molinari e dai sacerdoti congolesi don Etienne Esube (parrocchia Maria Regina della Valera di Varedo) e padre Emmanuel Adili (missionario Saveriano di Desio), si è svolta la cerimonia della prima professione religiosa di due novizie originarie del Ruanda : Rusiya Musabyimana e Noelie Nyirabirori hanno promesso a Dio di vivere per tre anni in castità, povertà, obbedienza, secondo la regola e le costituzioni dell’ordine delle Adoratrici Perpetue.
Una promessa formulata alla presenza della comunità monastica che fraternamente le ha accolte nelle mani della superiora del monastero, madre Daniela Maria Pozzi di Gesù Sacerdote. Rusiya col nome di suor Lucia di Gesù Misericordioso e Noelie, come suor Maria Cecilia del Santissimo Sacramento.

Dopo la promessa hanno ricevuto lo scapolare, come segno dell’impegno a vivere giorno e notte nella contemplazione adorante del mistero eucaristico e per testimoniare al mondo la permanente presenza del Signore sotto le Sacre Specie, quindi il sacro velo come segno di consacrazione a Cristo Signore nel servizio della chiesa e il libro della liturgia delle Ore per il nutrimento all’ufficio sacerdotale di Cristo. È seguito un canto di gioia in lingua ruandese. Il rito della professione si è concluso con la preghiera dei fedeli. Altri canti sempre in lingua sono stati eseguiti alla comunione (Wateule wa Bwana).

L’omelia di Mons. Stucchi per questa importante celebrazione è trascritta per intero alla pagina che segue:

http://www.perlavitasempre.it/2021/04/12/come-non-stupirci/


 

Adorazione? Sì, sempre!