Romite Ambrosiane – Monastero della Bernaga
26 ottobre 2020
QUATTRO PAROLE
Pubblichiamo la registrazione dell’omelia pronunciata da Mons. Stucchi presso il Monastero della Bernaga, in occasione del trentunesimo anniversario del ritorno di Madre Candida al Signore.
Per introdurre l’ascolto dell’omelia, proponiamo la trascrizione delle parole introduttive e il testo delle letture della Santa Messa alle quali Mons. Stucchi si è collegato nella sua riflessione.
«Noi celebriamo e preghiamo nella memoria viva della testimonianza dell’opera educativa, formativa di Madre Candida. Ma proprio per questo vogliamo dire che, facendone memoria, noi ci mettiamo alla sua scuola.
Ma nella vita che lo Spirito favorisce e sviluppa nel cuore dei battezzati ci sono degli aspetti così di fondo che si ritrovano in ogni esperienza veramente spirituale. E oso dire che alcune profondità e alcune intensità possono essere meglio capite proprio se ci confrontiamo con la forma di vita monastica.
In modo specifico, più ci mettiamo alla scuola della vita monastica e più comprendiamo la bellezza della sequela di Gesù, la bellezza della vita cristiana, dei battezzati. Perché la vita consacrata, in alcune sue forme particolari, rimanda a tutto il popolo di Dio, ciò che questo tipo di vita esprime con particolare forma, con particolare intensità.
Mettendoci alla scuola di Madre Candida, io suggerirei queste attenzioni. Sono quattro parole che traggo dalla Parola di Dio.
La prima è il velo, il velo che nasconde un po’ la vita normale, nascondendovi la presenza viva del Signore.
La seconda parola è sete. La troviamo nel salmo responsoriale, nella risposta orante della Parola di Dio a quello che il profeta ha voluto affermare, proporre.
La terza parola potrebbe essere clausura.
E la quarta, Madre Candida.»
Ed ecco il testo completo della registrazione:
Riprendiamo infine brevemente anche la conclusione dell’omelia:
« … questa impronta, questa misura non immediatamente comprensibile, anzi da molti ritenuta eccessiva, è la traccia inconfondibile, è la verità dell’Amore nel segno dello Sposo. Così noi ci mettiamo alla sua scuola, con questi intensi passaggi un po’ frettolosi, bisognosi forse di qualche chiarimento o motivazione, che però sono stati seminati nel cuore e quindi, se sono semi buoni, daranno buoni frutti.
Così la tua anima sarà più libera, il tuo cuore sarà più vero, così la tua sete sarà veramente placata, così la comunione con Cristo è il vero spessore della vita che è a gloria del Padre, e mostra l’efficacia dello Spirito. Dentro la clausura ci stanno tutti, da tutto il mondo; chiudersi in un posto non è una chiusura, è vivere questa esperienza, è una densità che emette onde benefiche.
Allora chiediamo che questo tempio, questa vita che infondano la stessa forza della missione, aiutino a concretizzare, nella docilità allo Spirito, tutto ciò che è necessario per accogliere, fondere, accompagnare, sostenere, salvare tutto ciò che ci richiama continuamente papa Francesco. »