“Per la vita, sempre”: il libro

“Una società che non ha più rispetto per la vita è una civiltà di morte, dove i morti sono, fisicamente, quelli che vengono uccisi, distrutti o quando sono ancora nel seno materno o nel fiore degli anni o durante una malattia atroce che si pensa insuperabile, ma dove i veri morti, moralmente, sono coloro che colpiscono con mani che la legge si appresta a conservare impunibili. Paradossalmente morto è chi rimane in vita avendo distrutto la vita altrui, magari coperto dal manto della legalità.”

Il libro "Per la vita, sempre"

Abbiamo scelto questo brano, estratto dall’editoriale “Quando il rimedio è peggiore del male”, pubblicato il 2 aprile 1976, per rappresentare il messaggio profondo che Mons. Luigi Stucchi ha voluto comunicare con questo libro.

Se vogliamo, è anche il senso di molte riflessioni e omelie pubblicate in questo sito internet, la sua “ragione di vita”, come l’abbiamo definita nella pagina introduttiva del sito.

L’allora “don” Luigi aveva raggiunto come giornalista una singolare notorietà, locale e nazionale, per la vivacità della sua penna e la combattività del pensiero, specie su temi quali la difesa della vita, la testimonianza cristiana in politica, la promozione dei valori religiosi a livello sociale, l’animazione del dibattito culturale.

E gli oltre 150 editoriali (sui più di 600 in totale) pubblicati nel volume, scritti tra il 1973 e il 1986 dall’allora direttore del settimanale diocesano “Il Resegone” a Lecco, ne rappresentano le linee guida, l’orientamento profondo di tutta la sua vita. Al punto che non è stato facile selezionare i testi da pubblicare, sia per lo stesso autore che per gli amici che lo hanno affiancato nella preparazione del libro.

Chi lo desidera può conoscere i contenuti del volume direttamente dalla voce di Mons. Stucchi, nell’intervista che ha rilasciato a Radio Missione Francescana di Varese, nella rubrica “Accade a Villa Cagnola”:

13 novembre 2017 – intervista a Mons. Luigi Stucchi

L'articolo di Studi Cattolici

Interessante e significativa è anche la prefazione del volume, scritta dal giornalista Cesare Cavalleri, direttore di Studi Cattolici, rivista sulla quale ne è stato riprodotto il testo. Lo potete leggere qui a fianco, attraverso l’immagine riprodotta

 

Il volume è in fase di presentazione in varie località della Diocesi. Vi segnaliamo i primi incontri, tenuti o programmati:

Gli incontri di presentazione del libro

 

Presso la Canonica della Basilica di Lecco
La redazione de “Il Resegone”

Se qualcuno ritenesse che articoli scritti quarant’anni fa possono sembrare fuori tempo, suggeriamo di sfogliare il libro e cominciare a leggerne qualcuno. Scoprirà, come è successo a noi, la straordinaria attualità di questi scritti e la lucidità profetica di chi li scrisse, talvolta anche di getto, con l’urgenza di “chiudere” il giornale che stava andando in stampa, senza mai dimenticare la vita e la sua dignità fin dal grembo materno.

Chi volesse ricevere una copia del volume può richiederlo in libreria o scrivere direttamente a noi. Con il ricavato delle offerte raccolte per le nostre copie stiamo sottoscrivendo diversi Progetti Gemma a sostegno di mamme in difficoltà, per favorire la nascita del bambino che portano in grembo. 

 

Le nostre copie sono anche disponibili presso:

  • Libreria ErbaLibri di ERBA (Co), Corso XXV Aprile, 49, www.erbalibri.it
  • Libreria Cattaneo, LECCO, Via Roma 52,
  • Libreria S. Carlo di TRADATE (Va), Via De Simoni 1,
  • Edicola K. D’Oro di TRADATE (Va), Corso Matteotti 24,
  • Segreteria parrocchiale di VALMADRERA (Lc), Piazza Mons. Citterio,
  • Biblioteca comunale di VALMADRERA (Lc), Centro Fatebenefratelli
  • Libreria Kentro di VARESE, via U. Merini 7, tel 0332 831287, e-mail info@associazionekentro.it

 

Buona lettura!

info@perlavitasempre.it 

giovanididonluigi@gmail.com


PER LA VITA, SEMPRE – prima edizione, ottobre 2017

di Luigi Stucchi

Editrice Velar, Distribuzione Marna

328 pagine, prezzo 24,00 €


Vi proponiamo l’indice del libro, insieme ad un breve estratto di ogni capitolo o delle relative introduzioni:

 

Prefazione di Cesare Cavalleri (pag. 7)

… come mai, in un Paese pur «cattolico» come l’Italia, i cittadini cattolici non hanno saputo esercitare la loro responsabilità per il bene comune di tutti gli italiani, in due snodi cruciali [i referendum – ndr] le cui conseguenze nefaste sono giunte fino a noi e si prolungheranno dopo di noi? Forse sarebbe da analizzare la qualità della religiosità italiana caratterizzata, negli ultimi decenni, da un sentire comune vissuto anagraficamente come «cattolico» (ci si sposa in chiesa, si fanno battezzare i figli…), ma in realtà più devozionale e consuetudinario, che teologicamente profondo.

 

Introduzione (pag. 15)

L’insistenza sul diritto alla vita e sulla sua difesa fin dal concepimento non comporta alcuna sua trascuratezza in altri momenti e situazioni, ma esattamente l’opposto, per fondare sempre meglio ogni altro diritto-dovere perché si diffonda la giustizia e diventi possibile la civiltà dell’amore.

 

Il senso della vita (pag. 31)

Rileggere gli editoriali alla ricerca del “senso della vita” significa incontrare un giornalista e insieme un ministro della Chiesa che non nasconde la sua fiducia nell’uomo, anche quando questi sbaglia tragicamente. Il “senso della croce” è dentro ogni vicenda, l’individualismo personale e sociale rappresentano una risposta illusoria. Ciascun uomo, anche il più feroce assassino o la madre che ha soppresso più di uno dei suoi figli, può sperare nella salvezza divina. Elegia e realismo sono i due cardini dei testi che seguono.

 

Valori e coscienza (pag. 65)

Sono molti i temi, gli stimoli, i valori in gioco che emergono da questa sezione del libro: onestà, lotta per la giustizia, tragedie dovute all’indifferenza, rilancio economico, eventi storici fondamentali per l’Italia dell’epoca. La linea editoriale del direttore de “Il Resegone” consiste nell’essere vigilante davanti al bene e davanti al male che può venire dall’umanità, denunciando quest’ultimo e incoraggiando le buone pratiche. La “denuncia” non è violenta e arrogante, ha più lo stile di un monito severo a volte e sempre delicato, quasi un sussurro dell’anima. Un articolo di giornale infatti è lieve, si legge e poi il giornale può persino essere gettato via, distrutto. Ma il sussurro che ha parlato all’anima in essa rimane. E a volte viene riscoperto e porta frutti.

 

Protagonisti e testimoni (pag. 95)

uno degli articoli riprodotti nel libroPer don Stucchi non ci sono “cristiani anonimi”. La persona è unica, irripetibile, preziosa, come unici e irripetibili sono i doni che il Signore ha elargito a ciascuno. E’ partendo da questo variegato patrimonio personale che si costruiscono insieme la comunità e la Chiesa locale, in un territorio ben definito come può essere una parrocchia, un decanato o una zona pastorale della diocesi. Sulla base delle vocazioni specifiche per qualcuno la “chiamata” si traduce in un servizio di più ampio respiro, ecclesiale o sociale. A quei due livelli – di Chiesa e della comunità civile – si manifesta nella sua pienezza il nostro essere (o non essere) “protagonisti” e “testimoni”.

 

L’importanza della famiglia (pag. 141)

All’indomani della sconfitta [per il referendum sul divorzio, don Luigi] scrive: “Gli Italiani hanno ritenuto di mantenere il divorzio; lo accettiamo come frutto di un esercizio legittimo, anche se ne abbiamo profonda amarezza perché siamo convinti che non è questo il vero bene del popolo italiano”. E ancora rileva: “L’aver scelto il divorzio significa aver introdotto un elemento che non tarderà a far sentire i suoi effetti negativi su tutto il tessuto sociale. Di questo e per questo soffriamo non tanto perché è stata sconfitta la nostra tesi, ma perché qualcuno purtroppo pagherà le conseguenze della scelta divorzista, conseguenze che non tarderanno a farsi sentire a danno dei più deboli”. La storia successiva, col quadro desolante di tante famiglie spezzate, sembra dargli purtroppo e tristemente ragione.

 

La vita nascente (pag. 169)

Gli anni delle battaglie di molta stampa cattolica, insieme al Movimento per la Vita Italiano e a purtroppo pochi politici cattolici perchè si rinunciasse alla legge “194” sono stati epici. Dal varo della legge 194, nel nostro Paese sono stati compiuti oltre 5 milioni e 800 mila aborti legali (senza contare quelli “clandestini” e nemmeno quelli provocati con pillole tipo la RU486 e similari). Il 1° novembre 1985 il Direttore scriveva: “…. Anche l’uccisione di una sola vita nel grembo materno nella sua realtà oggettiva è, secondo l’autorevole insegnamento del Concilio Vaticano II, ‘un abominevole delitto’, ma qui il fatto è moltiplicato al di fuori di ogni logica di comprensione soggettiva”. La triste verità è che, senza l’aborto, oggi saremmo 6 milioni in più. Peggio di una guerra mondiale.

 

Nel cuore delle tragedie umane (pag. 261)

uno degli articoli riprodotti nel libroQuesta sezione raccoglie forse gli articoli ed editoriali più “inquietanti” scritti da don Stucchi. Riguardano eventi che tutti noi vorremmo non accadessero mai: incidenti sul lavoro, parricidi e matricidi, sequestri di persona e uccisione dei rapiti, suicidi (di persone umili o anche di figure “in vista”), scomparsa prematura di persone esemplari, morti in attentati terroristici dell’epoca (Aldo Moro e le violenze delle Brigate Rosse e similari), vittime della droga e della violenza cieca. Ci sono anche in sottofondo i morti per la legge sull’aborto e le prime avvisaglie degli interventi di tipo eutanasico. E’ una casistica non facile da accostare, perchè urta con l’innato desiderio di bellezza e di eternità che ciascuno possiede. Giusto chiedersi perchè un Direttore di giornale di ispirazione cristiana si sia voluto cimentare con eventi di questo tipo, visto che avrebbe potuto più comodamente collocarli negli spazi della cronaca.

 

Conclusione (pag. 301)

Posso dire di non essermi mai tirato indietro ma, piuttosto, di essermi sempre esposto rischiando in prima persona, nello sforzo di elaborare e proporre un primo giudizio sui fatti – non sulle persone – che aiutasse a meglio capire ciò che c’era in gioco per il bene della gente e che comunque stimolasse un dibattito senza superficialità o facili timori, lontano da ossequiosi e passivi appiattimenti. Lo sentivo come un dovere, anche se superiore spesso alle mie capacità.

 

Postfazione di Gianfranco Garancini (pag. 311)

Chi avesse pensato, leggendo il titolo e piluccando qua e là, a un campo visuale ristretto, limitato alle “battaglie” contro il divorzio, contro l’aborto e, ora (ma ce n’erano avvisaglie anche allora, e si colgono in queste pagine), contro la regolamentazione del fine vita, si sarà ricreduto. Avrà avuto tutto il tempo per ricredersi e per scoprire che tutto si tiene, tutto s’aggrappa alla radice centrale di tutto il disegno: la vita dell’uomo in ogni sua manifestazione, in ogni sua situazione; il diritto alla vita come diritto fondamentale, così fondamentale e naturale da essere dato per scontato – fino a quando non viene negato, non viene reciso, non viene sacrificato a qualche interesse, a qualche politica, a qualche ideologia.