Giorni di morte e giorni di vita

Come uscire e ritrovare certezze, come afferrare la vita senza impoverirla, ma per donarla, come comporre un equilibrio più impegnativo perché più bello e soprattutto decisamente vero: con quale regia e a quali condizioni. Ecco le domande che incalzano e inquietano.
Così si riconciliano giorni diversi e opposti, si scopre che proprio in Cristo e non nel numero o nelle fortune dei giorni terreni si da compimento alla vita. Si vive la bellezza di relazioni profonde. A Cristo Risorto affidiamo i nostri cari per sempre. Il Signore ce li custodisce fino al giorno in cui anche noi staremo sempre con Lui.

Pena di morte? Perchè e cosa decidere?

In un ordinamento giuridico per la vita di un popolo, se si approva che qualcuno possa disporre della vita di altri, si crea una ingiustizia gravissima, che scardina radicalmente il senso e il cammino del popolo stesso, violando così anche la elementare regola di vita democratica, per cui i cittadini hanno pari dignità: sospendiamo e aboliamo la pena di morte per dare speranza al reo, diamo maggiore, anzi totale garanzia di vita a chi non ha colpa alcuna, è assolutamente innocente, è fragilissimo, ma ha la forza della vita come tale, sempre e ha diritto di essere salvato.

Andrà tutto bene ?!

Questo non è uno slogan una ipotesi un tentativo…. ma la storia che diventa umana perché abitata dal Signore e condivisa con fratelli e sorelle: il Natale vero, non quello esteriore, è evento che ci salva, ci risana in profondità, ci fa pregustare la salvezza che è di più della salute, pur essendo questa doverosamente da curare e sostenere sempre, come spazio di prova autentica di umanità.

Ordinazione diaconale di Alberto Tritini

La forma della diaconia, del servizio svela la logica del regno di Dio, è certezza di Vangelo vissuto, svela anche la verità e la bellezza dell’esperienza umana autentica, perché non porta a far pensare ognuno per se stesso, ma ad essere ciascuno dono per gli altri: così è possibile costruire il futuro, compiere il disegno nascosto e ora svelato, attestare pubblicamente, grazie anche alla ordinazione diaconale, nella chiesa e nel mondo una scelta forte, profetica e convincente.

Perché contrapporsi tra fratelli e sorelle?

Se distinguere è necessario e anche bello, ignorarsi o addirittura contrapporsi da fratelli e sorelle nella stessa fede e nella comune umanità è contraddittorio e incoerente, crea e diffonde negatività, impedisce la fioritura di esperienze veramente umane, toglie coesione alla società, nega l’originale ricchezza della esperienza di comunione.

Vedova, e poi? Una grazia inattesa

C’è chi si affida a nuovi legami, che appaiono promettenti, ma non sanano la ferita.
C’è chi tira avanti con fatica e con dignità, custodendo nel silenzio ogni problema e sofferenza.
C’è chi rischia depressioni e confusioni e per non restare in solitudine cerca forme di comunicazione e di confronto nuove.
Ed ecco però anche una scoperta diversa, un’intuizione non immaginata, eppure ti dilata il cuore, ti offre nuovi orizzonti, ti apre a nuove relazioni nella comunità cristiana e/o nel sociale, non trascurando figli e nipoti, di generazione in generazione.

Madonna addolorata

Perché fermarci a onorare la Madonna Addolorata, presso la croce, esaltata, innalzata del suo Figlio Gesù? Perché scrutare qualcosa del cuore trafitto di Maria? Perché accogliere e ascoltare le ultime parole di Gesù in croce? Non sarebbero pagine da girare in fretta, forse anche da scordare, perché sono tra le meno piacevole e attraenti? Almeno ad uno sguardo superficiale o appena emotivo. In fondo dicono cose che non ci piacciono.
Invece!? Proprio la croce, proprio il cuore trafitto, proprio la sconfitta riescono a dirci con chiarezza limpidissima che cos’è l’amore vero e pieno, quale è la sua vera incontenibile misura e ci chiamano, come in una vocazione nuova e inattesa per una esperienza di comunione, di unità, di futuro.

Parole e realtà

Ridiamo significati veri alle parole, se diciamo PERSONA riconosciamo un valore reale e un significato forte, tale da riconoscere come inviolabile ogni soggetto che incontriamo.
Ridiamo spessore inconfutabile ad ogni essere umano, in ogni circostanza, in ogni difficoltà.
Se sapessimo e volessimo davvero comportarci con questa consapevolezza sempre ricostruiremmo legami forti e significativi, daremmo e diffonderemmo speranza a tutti, invertiremmo la deriva violenta in percorsi ed esperienze sapienti, renderemmo più umana e più giusta l’intera società.

Solo male minore?

Che futuro può avere una società, un Paese, se al loro interno si spezzano i legami più semplici, profondi e vitali? Se incapaci di solidarietà per la vita, soprattutto se piccola e fragile, siamo già sconfitti.
Chiedetelo a un bambino, chiedetelo a una mamma lasciata nel suo dramma e a una mamma che ha trovato il coraggio di reagire e di fare spazio fino in fondo, fino a vedere il volto del suo bimbo o della sua bimba. Chiedetelo, per favore. Sarete sorpresi dalla verità della nostra autentica umanità.

Elogio della semplicità

Il suo è stato uno stile di fedeltà, fatto di discrezione, competenza, sobrietà, umile quotidianità.
Non si è servito della parrocchia, ma ha servito in ambiti diversi la comunità cristiana.
Il suo amore alla chiesa, che si esprime e nutre nella piccola chiesa domestica che è la famiglia, è documentato da tanti gesti, in ambiti diversi, ma anche dallo scrupolo storico per non perdere pezzi di vita, riuscire invece a raccontare, documentare, rinnovare, ristrutturare.