TORNO SUL “FANTASMA”
MA “PER LA VITA SEMPRE”
30 agosto ’22

Oltre alla conclamata e gridata affermazione per cui l’aborto sarebbe un “diritto” della donna, mentre non esiste per nessuno “diritto” di uccidere, tanto meno una creatura inerme, innocente, indifesa, ma già viva e presente, e quindi diversamente resterebbe non una liberazione della donna, ma un atto irreparabile e devastante, vorrei puntualizzare un altro criterio che viene considerato intoccabile, ma che in verità è uno svarione sulla realtà, è uno sfregio alla realtà di fatto ed è il peso delle opinioni.

Le opinioni sono espressioni della libertà di pensiero e non sarò certo io a pensare di penalizzare la vivacità del confronto tra opinioni diverse, che invece di fatto costituisce una ricchezza della nostra umanità in cammino e in ricerca.

Ed è anche appassionante e stimolante il confronto tra visioni diverse, ma purché questo non faccia dimenticare che il pensiero, per essere vero, aderisca alla realtà.
Se il pensiero mette tra parentesi un dato reale non sarebbe più una opinione legittima, ma una prevaricazione, una violenza sulla realtà, magari non voluta direttamente come tale, ma di fatto si.

Fonte: Famiglia Cristiana

Quindi oso dire, nel nostro caso, che prima di qualunque pensiero e qualunque decisione si impone di fatto oggettivamente il dato invalicabile della presenza reale di una nuova vita umana distinta dalla vita della madre e di cui la madre non può disporre, ma piuttosto è chiamata di fatto a prendersene cura radicalmente.

Fonte: Ansa

Se esiste qui un diritto della madre è il diritto di essere aiutata, sorretta, confermata, condivisa potendo disporre della attenzione e dal sostegno efficace, secondo le necessità, di persone singole, di forme associative che si fanno carico della situazione, prima e più ancora dalle relazioni familiari e dalle istituzioni pubbliche e sociali a cui veramente sta a cuore la vita di ogni creatura umana, cardine fondamentale per verificare che si fanno scelte degne di essere socialmente efficaci e umanamente riconoscibili.
E tutti dovremmo poter concorrere a dare sostegno per evitare che una mamma resti sola e isolata davanti alla propria creatura che porta in grembo.

Non ho mai incontrato una mamma pentita di non aver abortito, ho invece incontrato più di una madre disperata e inconsolabile per averlo fatto.
Perché non collaborare, perché non orientare risorse maggiori per tutelare la vita, perché restano sempre così poche e deboli, anche in questo momento elettorale, voci che fanno della tutela e difesa della vita umana innocente il cardine della società in cui viviamo e che dobbiamo contribuire a edificare secondo giustizia?

† Luigi Stucchi

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