Le Inchieste

 

Momenti particolarmente “forti” di quei primi anni di Don Luigi a Valmadrera sono stati quelli dell’impegno in alcune inchieste, dallo stesso sollecitate, e finalizzate a monitorare più oggettivamente problemi emergenti di allora: i giovani e la fede (1967) in una società dove i primi sintomi di cedimento delle vecchie tradizioni già erano evidenti; l’immigrazione (1969), allora dal meridione verso l’Italia settentrionale per via delle maggiori opportuntà di lavoro che erano offerte; l’obbligo scolastico (1969) esteso da poco fino alla scuola media.

Il messaggio era chiaro: l’impegno cristiano non si poteva più circoscrivere al momento sacrametale e al culto in genere. Era tempo di passare da generiche conoscenze, spesso condizionate da pregiudizi di ogni sorta, a più oggettive metodologie per inquadrare ed affrontare i problemi. A distanza di anni parte di questo materiale è ancora accessibile, grazie alla lungimiranza di qualche amico, “conservatore” nel senso più corretto, consapevole di avere vissuto esperienze formative del tutto originali per i tempi di allora. Insomma più delle parole scritte in questo caso parlano i fatti.

 

I documenti che rendiamo fruibili (nel solito pdf) portano graficamente l’impronta dei mezzi allora disponibili, con grafici e/o tabelle citate ma purtroppo mancanti. Lacune, che comunque non svalorizzano il loro contenuto essenziale.

 

 

Inchiesta su “I giovani e la fede” / 1967

É stata la prima e anche quella che ha richiesto maggior impegno. Ne riportiamo innanzitutto la PREFAZIONE presente nel rapporto finale e e firmata dallo stesso Don Luigi.


Spontanea ci viene l’opportunità di chiamare l’inchiesta col grosso nome di “segno di contraddizione”: alcuni l’hanno caldeggiata come novità di estrema importanza, altri l’hanno ignorata come impegno “perditempo” per chi l’ha proposta; qualcuno l’ha interpretata come l’unico modo coraggioso di dire le cose come sono; qualcuno invece come una bella evasione dalla realtà per finire nel mondo astratto dei numeri; non mancò neppure chi l’ha valutata come una sottrazione di tempo al lavoro apostolico di massa per chiudersi ingenuamente in una sterile ricerca di pochi.

Chi avrà la pazienza di leggerci si esprimerà con la posizione che meglio crede: una cosa é sicura, che si tratterà ancora di posizioni contrastanti; una cosa non ci dispiace, che pro o contro l’inchiesta ha fatto comunque parlare di sé.

Non ci illudiamo: non é senz’altro quest’ultimo un motivo sufficiente da solo a giustificare sul piano apostolico tanta fatica paziente e penetrante. Ben sapendo che per chi l’ha vissuta giorno per giorno l’inchiesta sulla fede altrui é stata, nelle sue diverse fasi, una scoperta ed una verifica continua della fede propria; non volendo violare l’intima presa di coscienza dei singoli, ci permettiamo indicare semplice mente alcuni valori di ordine generale per i quali non sappiamo giudicare vana la nostra fatica e pensiamo opportuno proporne i risultati analitici e sintetici a chi si appassiona per gli stessi problemi.

Ecco i valori che ci hanno convinti e guidati in ogni fase:

- abbozzare un dialogo personale tra i nostri collaboratori e la massa giovanile all’atto della consegna-compilazione-ritiro della scheda;

- concentrare l’attenzione della massa giovanile sugli elementi fondamentali della fede chiedendo al maggior numero possibile di pronunciarsi in proposito;

- tentare una lettura interiore dell’atteggiamento religioso per rendersi conto delle motivazioni della fede cristiana;

- scoprire elementi capaci di orientare meglio una pedagogia della fede nella gioventù.

Ciascun collaboratore, a cui va il nostro sentito grazie, potrebbe aggiungere certamente altri valori di carattere personale. Mentre siamo certi di questo vogliamo sperare che ciascun lettore attento vi possa trovare ben più di quanto abbiamo indicato noi.

DON LUIGI STUCCHI

Coaudiutore Parrocchia di Valmadrera.


Da sottolineare che i dati sono stati elaborati senza l’uso dei moderni strumenti di oggi,  grazie alla dedizione e alla volontà, soprattutto di quei pochi professionalmente i grado di gestire queste operazioni. Giusto per averne una percezione vedi la tabella qui a fianco riprodotta, le cui misure originali sono di circa 1,5 x 1 metro.

 

Ecco l’intero rapporto finale dell’inchiesta su I GIOVANI E LA FEDE:

Inchiesta sull’Immigrazione / 1969

Il problema oggi della massima attualità - l’Immigrazione - in un certo senso Valmadrera, come moltissime altre località del Nord Italia, l’ha fronteggiato proprio in quegli anni, durante i quali qualche milione di cittadini sciamarono da Sud a Nord, la maggior parte per non farvi mai più ritorno.

Come oggi, pregiudizi di ogni sorta complicarono non poco l’integrazione dei nuovi arrivati con la popolazione autoctona. L’idea di approntare uno strumento per conoscere più oggettivamente e avvicinare i nuovi arrivati non è stata di poco conto ed ha richiesto molto coraggio da parte dei promotori, Don Luigi in primis.

 

All’inchiesta in senso stretto fecero seguito anche altre iniziative. Per es., durante il periodo estivo, nello stesso anno dell’inchiesta, un gruppo di una ventina di giovani guidati dal Don hanno deciso di trascorrere la propria vacanza “vagabondando“ nelle località (tra Calabria e Campania), in pratica tra i comuni più rappresentativi per quanto riguarda l’origine di coloro che si erano recentemente insediati nel nostro comune.

Positivi sviluppi di questa esperienza si sono avuti negli anni successivi, sia per quanto riguarda l’integrazione dei nuovi arrivati e con la visita di Mons Belluomo, vescovo di Nicotera (cittadina visitata durante la vacanza di cui sopra) a Valmadrera, ricordata in un articolo de "L'Informatore Parrocchiale" che presentiamo di seguito:

 

Anche dell’inchiesta sull’Immigrazione è rimasta traccia in un rapporto finale molto interessante:

 

Inchiesta sulla Scuola dell’obbligo / 1969

Due parole infine sulla terza delle inchieste precedentemente  segnalate, quella sulla scuola dell’obbligo.

La scuola media obbligatoria (Legge 1859/62) era stata introdotta da pochi anni, ma anche nelle nostre zone la tradizione di avviare al lavoro i propri figli subito dopo la scuola primaria (o elementare come allora chiamata) era piuttosto diffusa. Anche in questo caso la comunità cristiana ha sentito il dovere di monitorare meglio la situazione al fine di promuovere adeguati stimoli per un maggior rispetto della legalità. La ricerca era stata affidata al gruppo di Gioventù Aclista di Valmadrera.

Quello che rendiamo disponibile non è un vero e proprio rapporto finale, ma offre comunque alcuni dettagli della problematica in questione.