“55 ANNI: CHI MI HA CUSTODITO?”

Bernaga, 28 giugno 2021

La mia vocazione è cresciuta nel silenzio, avvertivo in me, nei miei pensieri e nella mia preghiera, un desiderio e una disponibilità, ma non ne parlavo con nessuno.
Poi il mio cuore di adolescente in attesa ha ascoltato una proposta precisa, di un prete, don Angelo, poi con don Emilio, una proposta che esplicitava correttamente quanto coltivavo senza averne ancora parlato con nessuno.
Questo prete aveva intuito? Non lo so. Ci ha provato? Forse, ma così ha certamente colpito nel segno. La mia mamma, più avanti, quando iniziai a parlargliene mi disse subito: avevo già capito!

Sentii forte in me il mio assenso in un contesto preciso come decisione a tutto campo senza condizioni, in un momento del tutto anonimo ma anche emblematico, dentro una moltitudine di gente che scendeva come sempre dal tram che mi portava a Monza a scuola: era un si che veniva da lontano, per il Signore e anche per la gente, anonima, quella dei trasporti pubblici tra casa e lavoro, casa e scuola, ma in quel momento, sintesi di altri momenti, era tutto il mio cuore, tutta la mia vita.

Già? Si, per sempre, perché certe esperienze non possono spezzettare la vita in tanti frammenti, ma esigono che, colto e accolto il senso della vita nella trama di ogni giorno, lo scorrere del tempo sia posto e coltivato per maturare e realizzare le scelte di vita rispondendo alla chiamata.

In sintesi: per vivere la gente ha bisogno di conoscere il senso della vita stessa. Poiché il senso, la luce vengono dal Vangelo, c’è bisogno di persone al servizio del Vangelo.

“ECCOMI!” “NELLA TUA LUCE, SIGNORE!”

Al termine della lunga processione serale nella festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, giorno della prima messa, dissi parole di ringraziamento, ma invece dei nomi delle persone, ho fatto riferimento agli stati e alle forme di vita, che sprigionano e manifestano la grazia del Signore.
Un mio cugino mi disse dopo: hai fatto bene!
Forse però ho fatto così per raffreddare la dimensione emotiva molto forte in quel momento e anche evitare personalismi o confronti.
Ma forse ho fatto così solo per timidezza!

Ma veniamo alla domanda: chi mi ha custodito da quel giorno per tutti questi 55 anni?
La forza di testimonianza cristiana della gente semplice e umile nel popolo di Dio.
La fedeltà delle famiglie cristiane anche dentro prove, problemi e difficoltà impreviste.
La stabilità e fortezza di chi rimane ancorato alla sacra dottrina e alla parola di Dio, credendo nella efficacia dei sacramenti.
Il coraggio di chi, chiamato, ha risposto prontamente e decisamente.
La fiducia di chi malato non si è scoraggiato, ma ha saputo donare la propria vita al Signore e prepararsi all’ultimo passaggio.
Le persone che hanno coltivato la volontà di una santità quotidiana anche in ambito laicale.
La densità e la qualità sorprendente della vita monastica e della vita consacrata in tutte le sue forme.
La disponibilità, competenza e generosità di laici impegnati gratuitamente nella cura dei diversi aspetti della vita parrocchiale, sgravando il ministero di alcuni pesi impropri, ma assicurando sempre una sincera unione di intenti e di scelte operative.
La generosità dei sacerdoti miei coadiutori con talenti che personalmente non avevo e non ho.

Il Signore mi ha circondato di doni vissuti da tante persone, chiamate a percorrere sentieri di formazione e consacrazione.
Mi ha custodito il tempo impegnato in confessionale per ascoltare accogliere e perdonare.
Anche il tempo prioritario e paziente per incontrare persone e non affannarsi e disperdersi in aspetti esteriori e organizzativi.
Svolgere il ministero nella docilità ad ogni Arcivescovo, seguire e cercar di imitare sacerdoti “santi” a cominciare da don Mario Ciceri di cui si celebrerà prossimamente la beatificazione, respirare il carisma di Madre Laura Baraggia fondatrice della Famiglia del Sacro Cuore di Brentana.

Questo elenco potrebbe non finire, ma basti avere prospettato e suggerito con quali attenzioni e criteri mi sono impegnato.
Certo non posso trascurare le molte diverse vocazioni viste fruttificare nel tempo fino alla grazia di annoverare dal cammino iniziato in oratorio a Valmadrera anche il dono della chiamata al ministero episcopale di uno di noi, Italo, tra pochi giorni ordinato.

Ho avuto anche tanti maestri e testimoni nel ministero e tanti esempi di vita vera, autentica, spirituale in forme antiche e nuove.
La storia continua, non sappiamo come, ma sappiamo con chi e perché, non dimenticando mamma papà sorellina e tantissime persone amiche
Possiamo camminare ancora, se diciamo ancor si al Signore con tutto il cuore.

Luigi Stucchi