LA VITA LA FEDE LA MORTE

SAN VITTORE IL MARTIRIO IL COVID

Missaglia, 9 maggio 2021

Sono molto contento di essere qui con tutti voi, in particolare con don Bruno, che ha attraversato la prova del Covid e ha vinto così una prova difficilissima, che non tutti hanno potuto vincere e che è comunque difficile da interpretare.

Che cosa ci sta succedendo ? Perché? Se sopravviviamo a questa prova come e quanti diventeremo ? Soprattutto quale sarà, se sarà, la vera vittoria ?

Potremo schivare il martirio o perché non ne avremo necessità e occasione o perché cederemo traditi da una forza più forte della nostra debole fede.

Certamente non potremo evitare la morte, perché è parte della vita, oppure fine della vita stessa, o meglio come fare per vincere la morte, non nel senso di evitarla, che è impossibile, ma nel senso di trasformarne il significato ?

Carissimi, sono tante le domande, ma una sola è la risposta e il Cristiano la conosce: la risposta è il Crocifisso Risorto, vincitore della morte perché vincitore del peccato.

Questa risposta non va solo saputa, va fatta propria nel senso di consegnare tutta la propria vita a Cristo Risorto, perché in Lui e per Lui sta la pienezza della vita per sempre.

Chi risponde a tutte le domande, chi chiarisce tutti gli enigmi, chi supera tutte le angosce è il Signore Gesù, crocifisso e Risorto in cui la vita si realizza come dono al Padre e ai fratelli e sorelle nelle necessità.

Chi invece sta lontano da queste certezze rimane abbandonato e oscillante tra domande e risposte, tra lusinghe e confusioni, tra fragilità e angosce, tra pandemia sanitaria, pandemia sociale e anche pandemia spirituale.

La festa patronale di San Vittore non è solo una festa tradizionale, un gesto esteriore segno del martirio interiore e fisico, ma è la presenza viva di Cristo che interpella le nostre coscienze e le nostre vite, la nostra libertà e la misura della capacità di donare noi stessi per fede e amore a Cristo e per Dio a fratelli e sorelle.

Il martirio è la prova della robustezza e profondità della nostra fede, la conferma della nostra gioia e della nostra fedeltà.

I brani della parola di Dio sono chiarissimi al riguardo: i nostri corpi mortali e corruttibili diventeranno incorruttibili e chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

Celebrare il patrono nella persona di San Vittore Martire comporta ed esige che si educhi una fede capace di forte e coerente testimonianza, non una fede annacquata e sbiadita, incerta e inquieta, adattata ad ogni tipo di compromesso morale e simile al sale che perde il suo sapore o alla lampada che nasconde la sua luce.

Una fede viva è generatrice di coraggio gioia e testimonianza, di coerenza convinzione disponibilità, di accoglienza generosità condivisione.

Prego in questa celebrazione perché la festa patronale susciti e rafforzi la testimonianza cristiana di tutti.

Oggi è anche la festa della mamma, che evoca la bellezza e il dono della vita, che esprime gratitudine e prossimità, che accompagna la crescita di ogni persona fino ad essere disponibili per donare la propria vita senza riserve e senza condizioni.

Ecco che tutto così si trasforma e si trasfigura.

Così è vita sempre ! Nella bellezza illuminante della morte del martire che dona la vita e per questo la ritrova in pienezza.

“La vita non è tolta, ma trasformata” canta un prefazio della liturgia ambrosiana.

† Luigi Stucchi

Foto: www.casateonline.it

Nella foto sopra il titolo, da sinistra: don Andrea Scaltritti, Monsignor Luigi Stucchi, don Bruno Perego e don Stanislao Brivio

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