“MOSTRAMI LA TUA GLORIA”
10 luglio 2020
Sul monte Sion Mose’ chiede al Signore: “Mostrami la tua gloria”.
Mose’ chiede una esperienza impossibile, perché la gloria di Dio corrisponde con la stessa natura di Dio, inaccessibile, al punto che non si può vedere la gloria di Dio e restare in vita.
Eppure ogni creatura umana è tale perché fatta ad “immagine e somiglianza di Dio” e pur con tutte le debolezze, i limiti, gli errori, i rischi che ogni persona porta con se’, rimane insopprimibile in fondo al cuore la tensione a diventare come Dio, fino a volte a sostituire, tragicamente, Dio stesso e prenderne il suo posto.
Sono tensioni che abitano il cuore umano e la libertà umana è chiamata ad orientare ogni scelta, ogni impulso, ogni desiderio, non dentro un tunnel oscuro, ma dentro un progetto che di scelta in scelta aiuta ciascuno ad imitare Dio assomigliandogli sempre di più.
Il punto di incontro, di speranza, di salvezza sta nel mistero di Gesù, perfetto uomo, pienamente Dio: il Figlio eterno di Dio incarnandosi svela il Padre e donandosi nella sua Pasqua effonde lo Spirito che lo unisce al Padre.
Questo incontro diventa di fatto un laboratorio di umanità vera, un processo artistico e spirituale di somiglianza crescente dell’uomo con Dio in Cristo Gesù, il futuro e la pienezza di ciascuna persona, per essere testimone credibile e convincente di Dio stesso.
La persona che vive così vede e fa vedere la gloria di Dio dentro tutte le situazioni più amare complesse e difficili, spesso anche dolorose.
Il percorso della testimonianza attesta l’incontro col Dio vivente e offre il dono di poter toccare la carne umana di fratelli e sorelle riconoscendo in essi la vera rivelazione della gloria di Dio: infatti dice Gesù “ Tutto quello che avete fatto a uno di questi piccoli l’avete fatto a me”.
La gloria di Dio è così accessibile nelle condizioni più umili e umilianti ogni volta che un fratello una sorella compiono gesti simili a quelli di Gesù: per questa via si compie la parola di Dio e ogni volta che ci si comporta così fiorisce e si svela la chiesa come vera e reale esperienza di comunione.
Possiamo farci due domande.
La prima: la gloria di Dio coincide con la vita della Chiesa? No perché la gloria di Dio è assai di più, come il regno di Dio è più ampio della Chiesa, ma quando i discepoli di Gesù imitano davvero Gesù diffondono e testimoniano la gloria di Dio e la chiesa che vive diffonde il profumo di Cristo nella giustizia e nella pace.
La seconda: la gloria di Dio e la gloria dell’uomo possono coesistere e coabitare? O sono destinate ad essere sempre in tensione?
Poiché “la gloria di Dio è l’uomo vivente” secondo Ireneo di Lione, chi più di Dio, così come ce lo ha fatto conoscere e incontrare Gesù Cristo, promuoverà la causa dell’uomo? Nessuno!
Se la persona umana si fida e affida al Dio vivente, Dio stesso ne difenderà la causa e ne custodirà la dignità.
† Luigi Stucchi