DA NON SPEGNERE

13 aprile 2020

Da non spegnere.

Che cosa ? Non spegnere la luce, quella che viene dalla parola di Dio, quella che da senso alla vita. Non spegnere il fuoco, quello che riscalda il cuore, quello che rende più intenso e limpido l’amore.

Da non confondere con la passione. Da non svendere per un piccolo illusorio tornaconto, da non barattare con alcuna lusinga.

Da non confondere, perché non è solo un segno, ma è la realtà che custodisce e salva la vita di ogni persona, la relazione da persona a persona, l’intreccio della costruzione sociale.

Se spegni non comprendi. Non avresti ne luce ne calore.

Tutto si è acceso nella veglia pasquale: la luce della rivelazione, il fuoco dell’amore. Appunto, da non spegnere.

La veglia pasquale ha fatto questo non con affermazioni teoriche o con riassunti essenziali di eventi lontani, non ha inventato gesti dimostrativi di tesi precostituite, ma raccontando, facendo memoria con il memoriale biblico-liturgico, che fa rivivere gli eventi nel loro stesso compimento e prima, come una sorprendente tessitura, anticipa e educa con figure emblematiche ciò che accadrà in colui che, profeticamente riconosciuto, costituirà la pienezza di tutto e di tutti.

È una esperienza unica, una forma del conoscere che non è solo maggiore conoscenza, ma compimento di ogni frammento nell’unico che si svela come colui che è tutto: il Signore, Gesù, il figlio di Dio incarnato, uomo e Dio egli stesso, evento unico insuperabile, non ripetibile ma sempre unico per tutti, vivente e presente.

È il movimento tipico e originale della storia della salvezza che ha il suo centro e compimento in Cristo crocifisso, morto e Risorto.

È un movimento che attraversa e fa sintesi di secoli e millenni come se ad ogni tornante della storia si raccogliessero tutti i frammenti di vita e di umanità che riguardano persone, famiglie, popoli, all’interno e nel confronto reciproco anche violento, ma per arrivare in un orizzonte mondiale di giustizia e pace anche quando sembra questo impossibile.

È il rapporto di Cristo con la storia di tutta l’umanità, è la missione di chi riconoscendo in Cristo luce e fuoco, significato e relazioni profonde e decisive, lo vuole seguire e imitare per essere di lui testimone e annuncio vivente.

Ciò che nella veglia viene celebrato, nella vita è vissuto e diffuso per arrivare a tutti, non lasciando fuori o indietro nessuno, accettando la sfida del camminare insieme per entrare in rapporto con persone disposte a camminare, a dialogare, a crescere insieme verso lo stesso compimento già sacramentalmente anticipato nella veglia pasquale.

La luce e il fuoco della veglia, se non si spengono, fanno si che la storia trovi il suo senso, che ogni persona non stia solo a vedere, chiusa in se stessa o addirittura contro qualcuno, così la vita dei credenti è segno vivo e credibile della storia di salvezza che è speranza per tutti, perché incontro di Dio con ogni persona umana in Cristo, nella sua stessa pienezza, pur nella fatica, nei limiti, negli errori della umana esperienza di ciascuno.

Auguro a ciascuno dei miei lettori, nel punto in cui ciascuno si trova, di non sentirsi estraneo a questa storia di salvezza, anzi di disporsi con fiducia a condividere passi e tratti del cammino con tutti.

Il paradigma della celebrazione liturgica è lo stesso della missione della chiesa, è lo stesso del cammino della storia umana, è risposta alla inquietudine dei cuori, è luce e risposta alle domande più difficili.

 Luigi Stucchi

 

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